NATALE 2005
di Fabrizio Dell'Acqua
Tropicair Christmas Carol (libero adattamento del Canto di Natale di Charles Dickens)
Cera una volta e cè ancora oggi, un vecchio scorbutico e avaro che gestisce in modo dittatoriale una compagnia aerea virtuale. Frank Scrooge Mazzotta vive isolato dal mondo in un cascinale arrampicato sulle montagne della Sila, ha qualche impiegato che lo aiuta nel suo lavoro e che lui ricompensa in maniera virtuale, cioè con nulla. Ora, avvicinandosi il Natale con tutta la bontà e la generosità che circonda questa festa, per il misero Scrooge i giorni si fanno sempre più tetri. Quando legge la posta della sua Compagnia vede che i suoi impiegati si scambiano auguri, le foto dei figli e dei nipotini, acquistano regali per sé e per i propri familiari e non capisce tanto sperpero di felicità e di denaro, lui che non ha mai regalato niente, nemmeno un sorriso. Pensa ai giorni di ferie che magari dovrà concedere, ed anche alcuni bambini che hanno bussato alla sua porta per cantare una canzoncina ed avere qualche caramella in cambio, sono stati cacciati a male parole. E con questo stato danimo che Scrooge, consumata un frugale cena a base di funghi raccolti nei boschi (perché sono gratis), si corica per la notte e si addormenta. A causa forse dei funghi il suo sonno è agitato e turbato da un sogno. Vede il suo vecchio socio, ormai scomparso dalla scena, Julian Jacob Beltramini che trascina una pesante catena e lo ammonisce: Scrooge, vedi come mi sono ridotto io a causa della mia vita senza generosità, dedito solo agli affari e ad accumulare denaro. Se non vuoi finire come me devi cambiare vita. Guardati indietro, il fantasma dei tuoi anni passati ti accompagnerà-. Appare dunque una figura lucente che prende per mano Scrooge e lo porta indietro negli anni, quando la Compagnia era piccola, i pochi piloti erano tutti amici, Pino veniva ai raduni con la fidanzata, i bambini di Piccignaus si arrampicavano sugli aerei non ancora tenuti assieme dal fil di ferro e i coltellini svizzeri non avevano marche abrase. Scrooge comincia a pensare che forse quei ragazzini che volevano le caramelle non erano poi tanto diversi da quelli di Piccignaus e intanto spunta dalla nebbia del sogno una seconda figura che gli mostra la compagnia oggi. I piloti sono ancora tutti amici, ma comincia a serpeggiare qualche piccola rivalità tra i centenari e gli altri, Pino non viene più ai raduni, gli aerei sono sempre più scassati, il profumo del rhum è coperto dal puzzo dei disturbi intestinali che da quaalche tempo affligono i piloti, solo Don Don ormai tiene alto il morale con qualche scherzo. Vede Miguel che, sempre più preso dai botti di Capodanno, non ha tempo per martellare posta con 50 missive al giorno, persino il Comandante Mankusen abbandona il suo gergo da Sturmtruppen e scrive in italiano. Forse i miei ragazzi, che nonostante le ristrezze e i disagi continuano a volare, si meritano una ricompensa, qualche Euro con cui comprare una scheda grafica nuova, un joystick.. e così pensando Scrooge non si accorge di essersi seduto di fronte al PC. Lo schermo si illumina, la nebbia del sogno svanisce e Scrooge vede la Compagnia in futuro: Aerei immacolati, divise nuove fiammanti, piloti allegri pronti allo scherzo e sempre in attività, i bar dei tropici che risuonano delle loro risate mentre il rhum scorre a fiumi... Comè possibile tutto questo? si domanda Scrooge e in quel mentre vede in un angolo buio dello scenario se stesso steso su un catafalco nero con Don Don che aggiusta i ceri e capisce che è stata proprio la sua morte e la sua eredità che hanno salvato la Compagnia. Svegliatosi di soprassalto, terrorizzato da quella lugubre apparizione, ricordando quanto aveva visto nel passato, nel presente e nel futuro, rendendosi finalmente conto della sua grettezza ed avarizia, lascia il suo cascinale, scende in città godendo finalmente dellaria di festa, delle luci e delle vetrine scintillanti. Entra nella sua banca accolto come sempre dal Direttore, accende un mutuo ipotecando la villa dei Caraibi e con quei soldi paga gli arretrati ai piloti, compra nuovi aeroplani, (rimane solo il vecchio Tupolev per Don Don), nuove divise modello Calessio, commissiona una serata di botti a Miguel e in ultimo col jet privato di Seba (qualcosa delle vecchie abitudini è rimasto), carico di panettoni e giocattoli decolla da Tahiti verso Christmas Island, la destinazione più appropriata, simbolicamente rappresentando nei bambini di quello sperduto atollo i bambini poveri di tutto il mondo. (Dimenticavo... acquista anche una compagnia di autobus e libera Stefino da tutti i turni di Natale e Capodanno).
Fabrizio dellAcqua Natale 2005
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