NATALE 2006
di Fabrizio Dell'Acqua
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Dal Mediterraneo al Baltico
E una mattina di dicembre. Ancor prima dellalba, in un angolo defilato dellaeroporto di Lamezia Terme il C-130 di Tropicair Virtual attende il suo carico. Per loccasione il Prez non ha badato a spese e ha fatto riverniciare con una livrea speciale, uno special colours, due dei C-130 della Compagnia. Dove abbia trovato le vernici non si sa, comunque Stefino ha, ancora una volta, lavorato gratis. Un muletto guidato dalla Giuly, lunica in Compagnia che ha la necessaria abilitazione, si avvicina alla rampa aperta dellaereo, sale e deposita il suo carico. Che cosa nascondano quelle casse dirette in Lapponia non si sa, ed è inutile chiedere. - In Lapponia? - direte voi. E si, in Lapponia. Il C-130 nella livrea natalizia è uno di quelli che la prossima settimana volerà in senso inverso, da Rovaniemi a Lamezia con i regali di Natale per gli amici e i parenti del Prez&ldots; - Cosa? Non si può dire? Ops, mi è scappato, per i bambini di Zagarise, così è meglio. In vista di quel volo bisognava pur portare gli aerei a Rovaniemi, non li avremmo certo rub&ldots; comprati là, soprattutto con quella bella livrea e le marche TAF180! Comunque il carico avviene rapidamente, prima che qualcuno faccia domande, la palazzina della GdF non è lontana. Un ragazzino del luogo, ancora assonnato, pomposamente chiamato dispatcher, ci consegna il piano di volo. Sono 5 ore e 34 minuti di volo attraverso mezza Europa. Croazia, Serbia e Montenegro, Ungheria, Slovacchia, Polonia, le tre repubbliche baltiche e infine la Finlandia.
La FIR di Brindisi, entro la quale si trova laeroporto di Lamezia, questa mattina è controllata, così chiediamo le autorizzazioni del caso e poco prima delle 7 riceviamo la clearance per il volo e ci portiamo al punto attesa della pista 10, per una SID Caraffa 5A, poi diretti al VOR di Crotone e di seguito a quello di Brindisi. La quota di crociera sarà a FL260 e la salita dovrebbe durare 20 minuti. Alle 7 in punto ora locale, le 06:00 UTC, stacchiamo le ruote da terra mentre allorizzonte il primo sole del mattino fa capolino tra le nuvole basse. La visibilità è buona perché spira uno scirocco piuttosto forte, attorno ai 20 nodi, che ci crea qualche turbolenza. Nella fase di salita scorgiamo alla nostra sinistra il paese di Zagarise e pensiamo al Prez che sicuramente a questora ancora dorme sognando Don Don, gli incubi non passano mai! Il volo prosegue senza problemi, le quattro turbine Allison fischiano a dovere, le eliche ronzano e tuttinsieme creano quellinconfondibile musica dei turboelica. Lasciamo dietro di noi il golfo di Squillace mentre davanti si apre quello di Taranto. Tra le nubi scorgiamo a sinistra il paese di Cirò Marina col suo porto. Dobbiamo correggere la rotta perché il vento crea una notevole deriva e un po anche ci rallenta, infatti manteniamo in salita 170 KIAS a fronte di una velocità al suolo di 232 nodi. Alle 06:20Z (dora in poi tutti gli orari saranno UTC) raggiungiamo come previsto FL260 e livelliamo. Ora le velocità aumenta a 200 KIAS e 313 nodi al suolo. Alle 06:40 a metà Adriatico, lasciamo la FIR di Brindisi ed entriamo nella FIR di Belgrado, una sottile area di controllo che, dalle coste del Montenegro, separa la Croazia dallAlbania. Infatti alla nostra destra ci sono le coste albanesi, mentre a sinistra si vedono le Bocche di Cattaro e laeroporto di Tivat. Mentre fino a poco tempo fa il Montenegro costituiva ununica entità politica con la Serbia, un recente referendum ha deciso la separazione e ora il Montenegro costituisce una repubblica indipendente.
Alle 07:15 ci lasciamo laeroporto di Belgrado sulla destra, superiamo il Danubio e dopo 15 minuti entriamo in Ungheria. Lo spazio aereo ungherese è controllato, ma riceviamo immediatamente lautorizzazione a continuare secondo il nostro piano di volo.
Nonostante listallazione di tutte le possibili mesh dellaerea balcanica, il paesaggio della pianura ungherese è piatto e monotono; solo a sinistra si intravede il lago Balaton e bisogna raggiungere il confine con la Slovacchia, segnato dal Danubio che scorre qui proveniendo da Vienna, per vedere qualche altura che rompe la monotonia del paesaggio.
Alle 07:50, dopo quasi due ore di volo salutiamo il controllore ungherese che per tutto il tempo ha parlato in un idioma incomprensibile coi suoi connazionali impegnati ad atterrare a Budapest, ed entriamo in Slovacchia. Qui il paesaggio cambia radicalmente; cominciano i contrafforti dei monti Tatra che uniscono la Slovacchia alla Polonia. La nostra rotta punta verso Cracovia, quindi per un lungo tratto sorvoliamo queste montagne, già ricoperte di neve. Al confine, che raggiugiamo alle 08:14, sappiamo che alla nostra destra cè la città polacca di Zakopane, dove il Vescovo Wojtila veniva a sciare. In Polonia il panorama ritorna alla piatta monotonia. In sequenza sorvoliamo Cracovia e Varsavia, città che ho visitato molti anni orsono, quando ancora non era caduto il muro di Berlino. Il centro storico di Varsavia, completamente distrutto dai bombardamenti tedeschi, era già stato ricostruito prendendo a modello i quadri del Canaletto, il nipote di quel Canaletto più noto che dipinse Venezia, che qui ha soggiornato ed è morto nel 1780. Il resto della città era allora piuttosto squallido, dominato dai grandi prefabbricati sovietici. Oggi dicono che le due città siano molto cambiate.
Alle 09:09 usciamo dalla Polonia ed entriamo nella FIR di Vilnius, capitale della Lituania. Purtroppo la recente emancipazione dal regime sovietico della Lituania, come delle altre repubbliche baltiche che sorvoleremo, fa si che ancora non esistano prodotti per aumentare la qualità degli scenari del simulatore. E vero che il paesaggio è piatto, con poche colline e qualche lago, ma mancano le strade, le ferrovie, i fiumi o altri riferimenti. Anche le radioassistenze alla navigazione sono scarse, per lo più NDB. Usiamo come riferimento il VOR di Kaunas, seconda città della Lituania e sede di un piccolo ma interessante Museo dellAviazione. La Lituania ha una grande tradizione aeronautica che risale ai tempi tra le due guerre mondiali, quando qui si faceva sentire soprattutto linfluenza tedesca. Ho visitato questo museo qualche anno fa e il responsabile si lamentava della mancanza di fondi per il restauro dei cimeli antichi e degli aerei più moderni che giacciono abbandonati sullaeroporto.
Alla nostra sinistra, tra la Lituania e il Baltico, si trova lenclave russa di Kaliningrad, col suo grande porto commerciale e militare. Ai tempi dellURSS la Lituania, così come la Lettonia, erano parte integrante della Russia, che vi aveva impiantato molte attività industriali e commerciali data la loro vicinanza col mare e il vicino confine marittimo con la Svezia. Molti cittadini russi si erano stabiliti qui, in particolare a Kaliningrad. Alla caduta dellURSS la Lituania ha ritrovato lindipendenza, ma ha dovuto rinunciare alla parte sul mare che è rimasta russa, anche se completamente tagliata fuori dal resto della Russia e con enormi difficoltà di sopravvivenza. Nell800 Kaliningrad faceva parte dellImpero Tedesco e si chiamava Koenigsberg ed è stata la patria del filosofo tedesco Schopenauer.
Dalla Lituania passiamo alla Lettonia alle 09:32. La FIR di Riga non è controllata e noi continuiamo indisturbati. Il tempo nel frattempo si è fatto nuvoloso anche se continua a soffiare un forte vento al traverso che ci costringe a correggere continuamente la deriva e riduce un po la velocità. Infatti nonostante una KIAS di 230 kts, la velocità al suolo supera di poco i 300 nodi. Siamo in volo da tre ore mezza e abbiamo fatto uno spuntino con un tramezzino e un thermos di caffè che ci siamo portati da casa. Il catering Tropicair è sempre inesistente. Dopo qualche minuto di volo scorgiamo tra le nubi alla nostra sinistra la città e il golfo di Riga. Ci viene in mente una curiosità al riguardo. La città non è direttamente sul mare, ma a pochi chilometri si trova la località balneare di Jürmala, collegata alla capitale da unautostrada di 15 km. a quattro corsie, con imponenti stazioni di servizio e grandi cartelloni pubblicitari, un po incongruenti col resto delle infrastrutture. Una guida locale ci ha poi spiegato che questa autostrada costruita ai tempi dellURSS, doveva servire come scenario per i film sovietici ambientati negli USA! Alle 09:48Z, 10:48 locali, entriamo in Estonia e ci dirigiamo verso il VOR di Tallinn, la capitale. Tallinn è una magnifica città antica che conserva le vestigia della sua appartenza alla Lega Anseatica. I recenti lavori di restauro, finanziati in gran parte da società finlandesi intenzionate a stabilire qui la loro produzione per laffinità linguistica e culturale e il basso costo della manodopera, hanno ridato alla città quelle caratteristiche perse durante loccupazione sovietica. Nel 1960, per le Olimpiadi di Mosca, qui si sono tenute tutte le gare di vela, e ancora oggi esiste un grande porto per imbarcazioni sportive e altre infrastrutture. Anche laeroporto è stato completamente ristrutturato da tecnici finlandesi, anche se da un lato è rimasta la vecchia e romantica palazzina dellaerostazione risalente agli anni 30.
Da Tallinn iniziamo il sorvolo del braccio di Mar Baltico che separa lEstonia dalla Finlandia. Alle 10:12 attraversiamo il confine virtuale. Sono le 11:12 locali, ma le alte latitudini verso cui voliamo fanno si che, nonstante lora avanzi, il sole sia sempre più basso sullorizzonte e tutto il paesaggio assuma una strana luce crepuscolare; daltronde ci avviciniamo al giorno più corto dellanno.
Il paesaggio finlandese, grazie allistallazione di un add-on gratuito reperibile sul sito http://fisd.fsnordic.net è stupendo. I laghi si stagliano tra le foreste nella luce radente del 62° parallelo e si dimentica anche la stanchezza di queste oltre quattro ore di volo. E in queste situazioni che forse si apprezza di più il volo col simulatore, quando le condizioni meteo e di scenario si fondono per creare lillusione della realtà. Sotto di noi sfilano città dai nomi impronunciabili (non per niente il finlandese è stretto parente dellungherese che parlava il controllore di Budapest), ma la meta è ormai vicina. La temperatura esterna a FL260 è di circa 18°C, non troppo bassa, forse a causa del vento che soffia da sud e ha ricominciato a spingerci. Ora abbiamo una KIAS 215, con una GS di quasi 350 nodi. Continuando così dovremmo arrivare tra 43 minuti. Abbiamo consumato poco meno di metà del carburante imbarcato, cioè 11.200 Kg. Sarà opportuno tener conto di questi consumi nei voli di ritorno, per imbarcare, e far pagare al Prez, solo il carburante necessario. Lasceremo quindi questo aereo così comè allequipaggio che domenica volerà la prima tratta. E mezzogiorno, ora locale, e guardando fuori dai finestrini vediamo il sole, la luna e in alto, verso il cielo più blu, le stelle. Ci avviciniamo così allinizio della discesa. Chiediamo il METAR di Rovaniemi e notiamo che il vento è diminuito, la temperatura al suolo e il punto di rugiada coincidono, 3/3 quindi è molto umido e piove, due strati di nuvole a 8000 e 6000 piedi ci obbligheranno ad un atterraggio strumentale sulla pista 21, e anche la pressione a 991 Hp non promette niente di buono. Ci avviciniamo al Circolo Polare Artico, ed il sole è sempre più basso sullorizzonte. Rovaniemi si trova appena al di sotto del circolo polare, ma è una moderna città costellata dalle architetture di Alvar Aalto, quindi offre tutte le comodità per un soggiorno e per godere del sole di mezzanotte. Alla nostra sinistra sfila il mare, con lestremità più settentrionale del Golfo di Botnia. Scendiamo fino a 2400 ft. su un QNH di 992 sul VOR di Rovaniemi per poi iniziare la procedura; per il momento manteniamo 180 KIAS con lala pulita scendendo a 1000 fpm. Il C-130 non ha spoilers, quindi useremo flaps e carrello per ridurre la velocità. Le nubi sono un po più diradate rispetto al METAR, quindi intravediamo il terreno, anche se la foschia e il riflesso causato dal sole basso rende la visibilità precaria. A 2400 ft. anche la pioggia mista a nevischio colpisce i finestrini e completa lopera. Completiamo la goccia per intercettare lILS e poi ci lasciamo guidare dallautopilota. Alle 11:41Z, nel buio più completo, appoggiamo le ruote sulla pista di Rovaniemi. Il volo è durato 5 ore e 41 minuti, poco più delle 5 ore e 34 previste dal piano di volo. Freni di parcheggio, spegniamo i motori e ci infiliamo maglioni e giacche a vento imbottite per affrontare il mondo esterno. A scaricare laereo ci penseremo dopo, ora lAkvavit ci attende!
TAF065 Fabrizio Dell'Acqua
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