IL FIGLIOL PRODIGO
di Stefano Parruccini
Tropicani, fratelli miei. Ecco qui di seguito il breve racconto di come si sono svolte le cose al mio rientro in compagnia; dal commuovente incontro con il Prez, al tutto il resto: ...ero in piedi difronte all'Hangar della compagnia, il n° 1, quello che in fondo ha l'ufficio del Prez, il santa santorum di tutti noi tropicani... ...tirava la solita brezza marina che ti accarezzava la faccia, un ebrio inconfondibile che mi riportava indietro di tanto tempo ai momenti della mia assunzione in TAF... ....gli abiti un po trasandati dal lungo peregrinare, nella tasca della camicia la foto di gruppo degli amici tropicani, nella mano quel giubbettino di pelle tutto rattoppato che il Prez mi aveva spacciato per la divisa ufficiale della compagnia.... ....quante emozione, le gambe mi tremavano un pochettino; tornare dopo tanto tempo, dopo la misteriosa fuga in Italia allorquando feci perdere le mie tracce...mi chiedevo chissà cosa avrebbe fatto il Prez poco avvezzo a perdonare i "tradimenti" dei suoi piloti.... .... ancora un respiro profondo per prender coraggio, ancora un attimo per raccogliere le idee ed entro nell'Hangar con passo in apparenza deciso mi gurdo tutto inotrno, mamma mia è rimasto tutto uguale non è cambiato nulla come se il tempo si fosse fermato.... ...l'unica novità è un fiocco rosa attaccato sulla porta dell'hangar, qualche collega era diventato neopapà mi dissi e feci un sorriso proseguendo dritto spedito verso il fondo dell'Hangar facendo attenzione a non inciapare tra bottiglie di ruhm sparpagliate a terra, pezzi di strumentazioni di bordo, e le famose lamiere undulata che il Prez spaccia per Flap di ricambio della flotta.... ....giù in fondo la solita porta a vetro satinato, la solita luce fioca fioca che fa trasparire un'ombra dietro una scrivania, il solito ed inconfondibile odore di sigaro cubano, e man mano che mi avvicinavo le solite urla telefoniche del Prez impegnato in chissà quale losca trattativa.... ....si si quelle urla erano proprio le sue, inconfondibili come un quadro d'autore "a me non me ne ferga un emerito azz di quello che hai fatto, ti voglio qui entro 12 ore o ti mando l'Ernesto capitoooooo" clik.... ....quelle urla stridenti erano il piu' bel bentornato che potessi ricevere, era proprio lui il Prez, sempre vigile e sempre al solito posto. Prendo coraggio e busso alla porta, "Toc Toc posso entrare", ed in tutta risposa "chi sei ??? sparisciiiiiiiii che ho altro da fare, vatteneeeeeeeeeeeeee".... ....apro leggermente la porta per fare capolino e sento bofocchiare "adesso come faccio, ditemi come faccio", mi sporgo ancora un pò e vedo il Prez rosso come un peperone rovistare tra la rubrica telefonica a cercare nominativi "ce ne fosse uno che va bene, uno solooooooooooooooo, smidollati che non sono altro".... ...ormai sono piu' dentro che fuori, e con un filo di voce gli faccio "Prez sono io TAF145, Stefano e sono tornato"; a quel punto il Prez si gira di scatto e mi fissa pallido come un lenzuolo come se avesse visto un fantasma; e fa per dirmi "e tu che azz ci fai qui?", poi il suo sguardo si posa su degli incartamenti sulla scrivania, ed il suo sguardo diventa quello di chi ne sta facendo una e nel frattempo ne pensa mille.... ....si alza di scatto dalla sedia; a quel punto credevo che mi avrebbe mollato due o tre ganci in pieno stomaco, ed invece viene verso di me e mi abbraccia "bentornato figliolo, bentornato", ed io "ma Prez credevo fosse arrabbiato con me dopo quella partenza improvvisa", e lui "ma figurati, qui siamo come una grande famiglia, e tu sei il figlio prodigo".... ...non sapevo se preoccuparmi o no, il Prez che mi abbarccia ?? non puo' essere lui, non posso crederlo; e seguita "allora 145 dove sei stato tutto questo tempo? potevi farmi una telefonata, ero in pensiero", ed io sempre piu' stupito "Prez l'importante e' che io sia tornato, lasciamo stare il passato", e lui "bene figliolo, quando vuoi riprendere l'attivita?", ed io "anche subito Prez".... ....e così tra pacche sulle spalle ed sorrisi vari il Prez mi accompagna verso la porta "bene ragazzo mio, domani riprenderai a volare e questa sera stessa ti darò un bel voletto da fare", ed io "benissimo prez", e lui "nel frattempo dai una botta di skopettonen all'Hangar così ti rimetti in forma"..... ....faccio per uscire dall'hangar avendo già lasciato l'ufficio del Prez alle spalle, che mi accorgo di aver lasciato i miei occhiali da sole sulla sua srivania; torno indietro a prenderli, ancora stupito dall'atteggiamento del Prez ma felice come una pasqua.... ....mi avvicino alla porta e comincio a sentire delle grosse risate, era il prez al telefono "tranquilli, tranquilli ho trovato il pilota per il volo....si si è una vecchia conoscenza....garantisco io....cosaaaaaaaaaaaaaaaaaa...lo so che volevate il Marcovaldi per questo volo ma è in Italia perchè e' diventato Papà......poi si rincoglionoscono e a me mi tocca cercare i piloti" e giù grasse risate...."vi ho detto che è tutto a posto, e se lo beccano alla frontiera e lo arrestano non me ne frega nulla, diro' che e' un ex pilota che ha rubato l'areo, così impara ad andare via...logicamente il compenso pattuito sale, ma poi ci accorderemo".... ....E' sempre il solito Prez, mi pareva strana tutta quella accoglienza baci e abbracci...ehehehehe...non cambierà mai...ma se così non fosse non potrei dire di ritrovarmi finalmente a casa... -------------------------------------------------------------------------------------- ...ero appena tornato dal volo TAPA - GANS a/r organizzato in fretta e furia dal Prez (meglio non chiedere cosa contenesse la 24h che ho consegnato a due sedicenti Funzionari Aeroportuali), che parcheggiato il Piperino, puliti gli interni e lucidati i vetri, mi sento chiamare.... ..."145 vieni qui muovitiiiiiiiiiiiiiii", era la leggiadra voce di Sua Fosforescenza che con fare perentorio mi invitava ad andare nel suo ufficio..."eccomo Prez corroooooooooooo".... ...sinceramente ero ancora un po turbato per quella accoglienza baci e abbracci, e sebbene fossi consapevole che era una situazione momentanea solo per salvare uno dei suoi voli speciali, tanto mi bastava per aver reso il piu' indolore possibile il mio rientro in compagnia, ma i conti senza l'oste non si fanno, specialmente con il Prez... ..."mi dica Prez"..."allora 145 devi andare nell'hangar n° 5 e pulire la china del Catalina che qualche tuo collega ha farcito di alghe durante un ammaraggio", ed io "ma prez non capisco, le alghe ? a me non è mai capitato", ed il Prez "fallo e basta, che la puzza arriva fino al mio ufficio che sembra di stare dentro a d una discarica".... ....orbene l'unica puzza che io ricordi nell'ufficio del Prez è quella di sigaro e ruhm, ma non feci questioni per il semplice motivo che in primis con il Prez questioni non se ne fanno mai, ed in secondo luogo perchè non ero proprio nelle condizioni di poterne fare... ....mi disturbava solo il fatto che il n° 5 è l'angar piu' isolato e malfamato dell'intera compagnia, ed era strano che il Catalina fosse stato parcheggiato proprio in quel posto; raccolsi raschietti, straccio e secchio dal fatiscende armadietto dei servizi e mi rtecai dove ordinato... ....le porte dell'hangar erano socchiuse, l'interno totalmente buio, e sinceramente non sentivo tutta sta puzza che il Prez diceva di sentire, anzi ero quasi convinto che il Prez si fosse immaginato tutto pur di levarmisi dalle palle imoegnato come è sempre nei suoi loschi affari.... ....entrai nell'hangar, era buio come detto, cercai allora l'interruttore della luce che solitamente è sulla destra del portellone, "click...click", cazzo non funziona, avrà staccato la luce come sempre per risparmiare i soldi, comuqne pur essendo pomeriggio inoltrato ed il sole ormai basso sull'orizzione in flebile raggio di sole faceva capolino tra le lamiere fatiscenti delle pareti, tanto bastava per vedreci un pochettino....
...il Cataina era parcheggiato sul fondo dell'hangar, e stazionava in equilibrio precario su dei blocchi di legno unto e bisunto, uno stratagemma del Prez per evitare il consmo delle gomme, che a sua detta era maggiore in parcheggio in quanto la ruota poggia sempre sullo stesso punto.... ....mi avvicinai al catalina e feci una breve perlustrazione tutt'attorno, la vernice dava evidenti segni di ruggine come tutto il resto che sembrava tenersi su con lo sputo, eppure il solo pensiero di volare con quella carretta non mi preoccupava piu' di tanto, in Tropic era ormai una abitudine che non poteva essere cambiata in mia assenza.... ....decisi di ispezionare la china dell'aereomobile, cazzarola già bassa di sua su quei martinetti di legno sfiorava quasi il cemento del pavimento, ero impossibilitato a infilarmici sotto, cosicche dovetti inginocchiarmi e ficcarci la testa per vedere... ....così a carponi mi sentivo un vero stupido, ma il Prez avevo ordinato e TAF145 doveva eseguire; all'orquando un leggero alito di vento mi accarezzo la schiena; come uno di quegli spifferi che si sentono quando sei in un locale ed uno apre la porta.... ....non ci feci molta attenzione, forse un'altro pezzo della fatiscente lamiera aveva ceduto e con se portava una leggerissima brezza marina, mi rigirai a controllare, ma era tutto ok cosicchè sempre a carponi fi rificcai sotto al Catalina.... ...intanto era sempre più buio e la visibilità peggiorava, e benchè non avessi mai creduto ai fantasmi in vita mia sentivo come uan strana presenza che aleggiava intorno a me, mi dissi che forse era solo suggestione e continuai a lavorate di raschietto piu' che altro a levare grumi di ruggine piuttosto che alghe che in effetti non c'erano.... ....saranno passati dei tre ai quattro minuti al massimo, e quella sensazione di oscura presenza era sempre piu' forte, forte come uno strano olezzo che cominciava a spandersi in aria, ero un po turbato, ma mi pareva talmente sciocco impaururmi per cosi' poco.... ....all'improvviso udii un gigno, uno stridio godurioso che pesco' nel fondo della mia memoria l'unica figura alla quale potessi legare quell'insano verso, ed urlai "cazzo l'ernestoooooooooooooooooooo", girai la testa di scatto, ero nella merda piu' totale, aveva quasi afferrato i miei fianchi, ed io quella forzata posizione sembravo come una vergine gettata in una orgia.... ....attimi terrificanti, pochi centimetri tra la vita ed il dolore piu' puro, con uno scatto di reni improvviso, piu' che altro dettato dalla disperazione che dalla agilità, riuscii a stendermi come una sogliola sotto il catalina; e tra graffi di tutti i tipi e testate a go go riuscii a passare dall'altra parte mentre l'ernesto allunagava le sue pelose mani e non solo quelle alla ricerca della vittima che gli era stata consegnata.... ....e metre egli si affannava a cercare un appiglio per raggiungermi, io strisciai lungo le pareti della'hangar fino a trovare un pertugio di lamiere dissaldate, le allargai con tutta la forza che avevo quanto bastava per aprire un passaggio ed uscire a gambe levate.... ....corsi come un matto per tutto il viale e non mi voltai mai indietro, il cuore in gola ed i pomoni che a momenti scoppiavano per l'immane sforzo, e corsi corsi per i cinauecento metri che dividono l'Hangar n° 5 dal cancello del campo di volo, mi fiondai nella macchina che avevo parcheggiato vicino all'Hangar n° 1, e mi barricai dentro... ....mi ci vollero cinque minuti per riprendere fiato respirando con la testa reclinata all'indietro, e non appena abbassai lo sguardo con un enorem sospiro di sollievo, notai un bigliettino sul cruscotto "hai salvato le chiappe ??? firmato il Prez".... ....mi dissi "alla faccia dei baci e degli abbracci, cazzo il Prez non perdona", neanche il tempo di girare lo sguardo intorno per vedere se l'area era ormai sicura, che proprio sulla porta del n° 1 c'era il Prez che si era gustata la scena e si stava facendo delle grasse risate, incirciammo gli sguardi per un attimo, io lo guardai come a dire "ho imparato la lezione", egli se ne compiaque e rientro nell'hangar ridendo come un pazzo"....
TAF145 Stefano Figliol Prodigo che ha imparato la lezione.
|