A Roma, in Piazza Navona, c’è la famosa Fontana dei Fiumi progettata da Lorenzo Bernini a metà del 1600. Rappresenta i quattro più grandi fiumi allora conosciuti, il Gange, il Danubio, il Rio del Plata e il Nilo.
Come si vede dalla foto, la figura che rappresenta il Nilo ha la testa fasciata, a significare che le sue sorgenti erano allora sconosciute.
L’inaccesibilità ambientale dell’Africa Centrale impedì per secoli la soluzione del dilemma circa le origini del Nilo, il grande fiume venerato dagli Egiziani antichi.
Tolomeo, il celebre cartografo alessandrino del II° secolo, nella sua “Geografia” nomina le Montagne della Luna al confine dell’universo conosciuto e le descrive alte ed innevate e che alimentano dei laghi che sono la sorgente del Nilo.
Si sapeva anche che il fiume, nei pressi dell’odierna Khartoum, in Sudan, si divide in due rami, oggi chiamati Nilo Bianco e Nilo Azzurro.


Mentre le sorgenti del Nilo Azzurro era già state esplorate agli inizi del 1600 da due gesuiti spagnoli e nella seconda metà del 1700 da James Bruce, console britannico ad Algeri, nella seconda metà dell’Ottocento rimaneva ancora da decifrare la descrizione di Tolomeo.
A questo provvedettero nella seconda metà del 1800 le spedizioni di Burton, Speke, Grant, Livingstone e Stanley e da ultimo nel 1906 Luigi Amedeo di Savoia, Duca degli Abruzzi che hanno identificato queste montagne con la catena del Ruwenzori, in Uganda.

Nella prima parte del nostro Tour, che abbiamo chiamato appunto “Risalendo il Nilo”, seguiremo il fiume dal suo delta mediterraneo ad Alessandria d’Egitto fino a Khartoum, e da lì lungo il Nilo Azzurro fino al Lago Tana, con destinazione finale Addis Abeba, in Etiopia. Nella seconda parte del Tour seguiremo poi le orme degli esploratori lungo la Rift Valley alla scoperta delle sorgenti del Nilo Bianco.