MISSIONE UOVA

 

di Maurizio Cerruti

 

 

 

Quando sono in base ai Caraibi ho l’abitudine di alzarmi sempre molto presto, un po’ per godermi l’arrivo delle turiste e anche perchè altrimenti al bar dell’aeroporto le paste finiscono in fretta e resto senza colazione. Lungo il tragitto dal dormitorio piloti e l’aeroporto mi fermo in edicola e compro il solito quotidiano APA -APA-APA (l’eco di Tapa) .

Quella mattina dopo avere acquistato il giornale mi sono recato al bar a fare colazione e leggere il giornale tra uno sbarco e l’altro di turiste. Nella pagina annunci di lavoro c’era un’ inserzione del Prez.

“Un voletto speciale niente male. Si tratta di andare a caricare delle uova di dinosauro fossilizzate, trovate durante degli scavi nella cittadina di Constanza, e di portarle al Museo Nazionale. Niente di più facile! Aereo previsto DHC6. Bonus 2 ore. Avanti con le prenotazioni, servono due piloti. il Prez “

Telefono subito alle Jole e mi prenoto per questo volo, sono il primo a telefonare, anche perchè la Jole era ancora a letto. (l’ufficio apre alle 9 ed io ho telefonato alle 7.30). Concordo i dettagli ed il volo di trasferimento a Punta Cana (dove era già pronto l’aereo), ovviamente tutto a spese della compagnia.

Parto per Punta Cana nel pomeriggio stesso con piano di volo, autorizzazioni al trasporto e tenda per la notte (m’avesse pagato un buco di camera il Prez. seeee). Il giorno dopo subito dopo mangiato, la partenza per Constanza dopo avere eseguito i controllo di rito (acqua, olio, carburante, rhum ecc). Come secondo mi è stato affidato un locale, esperto conoscitore dei luoghi per darmi indicazioni durante il volo se mai ce ne fosse stato bisogno.

 

Poco dopo il decollo vengono evidenziate anomalie agli strumenti, ma dal momento che avevo il secondo (esperto conoscitore dei luoghi..... diceva lui) , non mi sono preoccupato più di tanto. Ma il mio fido secondo intanto si era letteralmente svaccato nella prima fila di sedili e se la dormiva di brutto.

< Ahoooo a cicerone viè qua che non so la strada>.

Si alza, mi guarda un po’ scocciato, si avvicina in cabina e mi chiede < Dove siamo?>

<Come dove siamo, bestia che non sei altro sei tu l’esperto conoscitore di luoghi>

< Si > mi risponde, <ma io guido la corriera, dall’alto non li ho mai visti questi posti>

< Magari se mi dai un goccetto di rhum mi oriento meglio>

Senza neanche aspettare una mia risposta si siede accanto a me e comincia a scolarsi una delle 20 bottiglie che mi ero preso per affrontare il lungo viaggio (2 ore fra andata e ritorno) ed una volta finita apre il finestrino e la butta fuori.

< Ma che sei matto? chi ti ha insegn....> Non faccio a tempo a finire la frase che noto un calo di potenza nel motore destro, guardo fuori e.........

 

Ach il motore di destra era in fiamme a causa della bottiglia di rhum succhiata dallo stesso. Brutto deficiente che non sei altro, hai visto che hai combinato? <Adesso vai fuori e lo estingui, altrimenti ti estinguo io e poi ti porto a Don Don>

L’unico modo per spegnere il fuoco era di usare l’acqua della fontana di Zagarise, che dicono abbia poteri magici. Su tutti gli aerei Tropic Air non manca mai la riserva, anche perchè sui voli turistici il Prez. ci tiene a fare bella figura, e gli ultimi posti sono riservati a giardino botanico, con piantine rare e ben curate, il tutto ovviamente a carico del pilota.

Il secondo esce dal finestrino e si aggrappa all’ala come un gatto, quando è in equilibrio discretamente stabile gli passo la tanica dell’acqua miracolosa con la raccomandazione di farne buon uso. La fortuna ha voluto che l’incendio fosse domato con poche spruzzate di acqua ed una pisciatina del secondo che intanto se la stava facendo sotto.

Dopo questa incresciosa parentesi il volo prosegue senza grossi problemi, e così seguendo le carte che mi erano state affidate dall’ufficio voli speciali, mi appresto a quella che doveva essere l’ultima virata per l’allineamento alla pista di Constanza e mi porto a 7000 piedi. Ma dopo la virata vedo solo montagne, e neanche una radura dove potere solo immaginare la pista.

Mi volto verso il mio compagno di viaggio nonchè GPS (Gran Porta Sfiga) e dico : < Ehi giovane sei sicuro della direzione>

Lui con tono pacato < Seguro, seguro amigo, siempre dritto>, poi lo vedo armeggiare nello zaino, dal quale tira fuori il paracadute. < Che stai facendo ? sei impazzito? > Di risposta: < Io sono arrivato tu vai dritto così e trovi l’aeroporto, casomai ci vediamo li > e ci caccia una sonora risata, quindi apre il portello, mi saluta con un cenno della mano e si lancia.

Pensai che era un comportamento molto strano, ma tutto normale il tipo non mi era sembrato fin dall’inizio.

Ma fidandomi delle carte e della parola del mio ex GPS ho proseguito sulla rotta prefissata, fino ad avvistare “ L’AEROPORTO ??????????? “

 

 Più che un aeroporto quello mi sembrava un loculo scavato da qualche Tropicano in espansione di attività. Faccio un paio di passaggi sopra la pista per studiare bene la morfologia del territorio e tentare l’atterraggio, non sapendo cosa scegliere fra un probabile schianto oppure una rinuncia e tornare dal Prez. senza uova, e pensandoci bene ho scelto il probabile schianto.

Certo che è proprio infognata questa pista, meglio prenderla larga e fare con calma

Quindi dopo un largo giro, flap al massimo, velocità ridotta la minimo e tuffo nel burrone, con una mano sul volantino a l’altra sulle palle.

 

Dopo avere fatto una discesa da ferro da stiro do motore e rallento la discesa, anche se comunque la “toccata” è stata un po’ pesantina e forse i vari apparati ne hanno un po’ risentito.

Poi per finire in bellezza una energica frenata, la fine della pista si sta avvicinando

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